procida ispira

premio procida
isola di arturo
— elsa morante

nell’ambito del programma culturale
di Procida capitale italiana della cultura 2022

letteratura


dal 1986 ai giorni nostri

Il premio Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante viene assegnato annualmente a opere letterarie italiane edite nel periodo di riferimento.

Dal 2016 il premio ha inserito, oltre alla giuria tecnica, una giuria popolare di lettori che votano nella serata conclusiva determinando il vincitore all’interno della terna finalista


Nell’edizione di quest’anno, così particolare per Procida, si è dato maggiore spazio alla Giuria Popolare, rendendola protagonista della serata conclusiva.

I tre libri finalisti sono stati scelti dagli scrittori Viola Ardone, Paolo di Paolo, Alessandro Mari, Antonella Ossorio e Piera Ventre. I libri sono:

  • “Ninna nanna delle mosche” di Alessio Arena (Fandango),

  • “I giudizi sospesi” di Silvia Dai Pra’ (Mondadori)

  • “Addio, a domani” di Sabrina Efionyi (Einaudi)

Una mostra di bozzetti e studi preparatori del film “L’isola di Arturo” di Elsa Monizzi, scenografa, nata nel 1940 e una serie di quadri tratti dalle scene della pellicola di Iolanda Scotto di Mimico omaggeranno l’opera del regista Damiano Damiani che quest’anno compie 60 anni, essendo il film distribuito nelle sale a dicembre del 1962.

Un racconto della giornalista Laura Bufano racconterà la vita della scrittrice (quest’anno sono centodieci anni dalla nascita) mentre i musicisti che allieteranno la serata sono Raffaele Rigliani al violoncello e Slava Quadrini al violino, mentre coordineranno il tutto Noemi Gherrero e Michele Assante del Leccese. Lo spoglio dell’urna, in diretta, sancirà il vincitore della XXXV edizione.


10 dicembre
cinema procida hall
via roma, 1

ore 12.00
inaugurazione mostra temporanea

ore 19.30
premiazione

 

info


Il Premio istituito a pochi mesi dalla morte dell’autrice che sull’isola ambientò il suo romanzo più famoso, L’isola di Arturo, con cui vinse 65 anni fa il Premio Strega (prima donna ad essere insignita del presigioso riconoscimento).


ingresso libero fino ad esaurimento posti



biografie autori

 

Alessio Arena

Nato a Napoli, oltre che scrittore è anche cantautore. Vive a Barcellona dove si è laureato in letteratura comparata all'Universidad Autonoma. Tra le sue pubblicazioni L'infanzia delle cose, Manni, 2009, Il mio cuore è un mandarino acerbo, romanzo, Zona, 2010, La notte non vuole venire, Fandango, 2018 e il romanzo finalista Ninna nanna delle mosche, Fandango, 2021.



Silvia Dai Prà

Nata a Pontremoli (MS) è cresciuta a Massa e ora vive a Roma. Laureata in lettere, ha conseguito un dottorato di ricerca su Elsa Morante. Insegna a scuola e si occupa di istruzione per varie riviste. Ha pubblicato il romanzo La bambina felice, Gremese, 2007, Quelli che però è lo stesso, Laterza, 2011, Senza salutare nessuno. Un ritorno in Istria, Laterza, 2019 e I giudizi sospesi, Mondadori, 2022.

Sabrina Efionayi

Di origini nigeriane, è nata a Castel Volturno. Frequenta il corso di laurea in Scienze Politiche presso la Federico II di Napoli. Ha pubblicato Over (2016) Over 2 (2016), #TBT Indietro non si torna (2017) tutti con Rizzoli e Addio, a domani, con Einaudi nel 2022.

 
  • Negli anni Venti del Novecento, il nord del Cile è la terra promessa per una comunità di emigranti italiani. Sono minatori che hanno colonizzato i villaggi di quella sterminata pampa, impiegati intorno alle raffinerie per l’estrazione del salnitro.

    Il loro è un lavoro che li chiude sottoterra e spesso li uccide, di svaghi ne hanno pochi, un po’ di alcool, molta nostalgia. Gregorio Zafarone è l’operaio che all’officina Porvenir scrive per i suoi compagni analfabeti le lettere da mandare alle famiglie in Italia.

    Ma le sue, di lettere, quelle indirizzate a Berto Macaluso, giovane fornaio di Palmira, il paese nell’entroterra lucano di cui sono entrambi originari, non hanno mai ricevuto risposta. Gregorio, bruciato dal sole e dalla mancanza, non smette di chiedersi cosa possa essergli successo.

    Fino al giorno in cui tutto cambia. Le parole per il suo amore proibito raggiungono Berto, chiuse in una busta in cui è intrappolata una mosca, e lo spingono a partire per il Cile e a lasciarsi alle spalle tutto quello che conosce. A seguire le tracce del fornaio ci sarà la moglie, Serafina Canaria, ninnanannara la cui voce concilia il sonno e l’amore.

    Ninna nanna delle mosche in Istria è una storia appassionante, affidata a personaggi in transito tra mondi lontani: donne che attraversano le Ande in groppa a una mula, pellegrini danzanti del deserto dell’Atacama e un circo di diseredati si uniranno in un viaggio che sembra non avere mai fine, in un’avventura di desideri inconfessabili.

    Un romanzo di amore e di rivoluzione che porterà i lettori ai confini del mondo, nel fuoco vivo delle passioni.

    vedi scheda editore

  • I Giovannetti sono una famiglia felice. O forse lo sembrano soltanto? Si sa, a volte l’apparente felicità è direttamente proporzionale alla quantità di polvere accumulata sotto il tappeto. Il padre Mauro insegna storia e filosofia: brillante e bello come un attore, è la leggenda del liceo locale. La madre Angela è professoressa di arte alle medie, ama il suo lavoro, ma ancora di più i figli e il marito. Perla è una fuoriclasse, bravissima a scuola, responsabile: matura, da sempre; Felix è il fratello minore, affettuoso e intelligente, un po’ imbranato, da sempre offuscato dalla luce accecante della sorella. Tutti si aspettano grandi cose da Perla. Ma da quando si è fidanzata con un certo James, un ragazzo più grande su cui circolano brutte voci – un violento, un bugiardo – è cambiata: insofferente, sarcastica, nulla le interessa più. Potrebbe essere una semplice crisi adolescenziale, la sana ribellione di una ragazza che non ha mai dato problemi, ma l’origine del suo malessere si rivelerà ben più radicale e implicata con il lato oscuro della famiglia in cui è cresciuta: i compromessi, le rinunce, le ipocrisie che fino a quel momento erano sembrate accettabili si riveleranno velenose, infestanti. Felix, “il figlio sbagliato”, ironico, intelligente e defilato, è l’osservatore ideale, ed è dalla sua voce apparentemente disillusa ma in realtà disarmata e struggente che ci viene raccontata tutta la storia.

    I giudizi sospesi mette in scena con rara potenza venticinque anni della storia di una famiglia, indagata nelle sue dinamiche più autentiche e nascoste. Una narrazione robusta e strutturata, in fitto dialogo con la tradizione del grande romanzo americano; una scrittura splendida: luminosa, generosa, mossa, capace di accendere il coinvolgimento del lettore. Viene spontaneo chiamare per nome i personaggi di Dai Pra’, e una volta chiuso il libro ci mancano. Sono cambiati rispetto a come li avevamo incontrati all’inizio: sono cresciuti? Sono feriti? Entrambe le cose, come succede a tutti. E pensiamo a loro con la stessa dolce malinconia, con lo stesso senso di famigliarità e di scoperta nella distanza con cui rievocheremmo dei compagni di scuola.

    vedi scheda editore

  • «Questa storia avrei voluto scriverla dicendo: io. Perché è la mia. A mano a mano che ci entravo, però, mi sono resa conto di non riuscirci – troppo difficile, troppo doloroso. Ecco perché l’ho scritto dicendo: lei. Sabrina. Una ragazza napoletana afrodiscendente che un bel giorno decide di fare i conti con il tempo, di aprire certi cassetti della memoria e di ordinarne il contenuto sul letto, come quando si parte per un viaggio e si prepara la valigia. Ecco, io ora vi chiedo di partire con me. Abbiate fiducia. Datemi la mano».

    Sabrina Efionayi ha due madri. Una è Gladys, la sua madre biologica, che è nata in Nigeria ed è venuta in Italia a diciannove anni per lavorare e sostenere la famiglia rimasta a Lagos; non sapeva che il suo mestiere sarebbe stato vendere il proprio corpo. L’altra è Antonietta, è napoletana, e non immaginava che un giorno Gladys avrebbe attraversato la strada tra le loro case e le avrebbe messo in braccio Sabrina, chiedendole di occuparsi di lei, di diventare sua madre. Non lo immaginava, ma quando è successo ha accettato. Da quel momento Sabrina si è ritrovata in una situazione speciale, perché i rapporti con la sua madre biologica, con le sue origini, non si sono interrotti, e cosí lei è cresciuta tra Castel Volturno e Scampia, tra Prato e Lagos, cambiando famiglia, lingua, sguardo e cultura, in costante ricerca di un centro di gravità. Un’identità complessa, la sua, che già il nome racconta: Sabrina, come la figlia dell’aguzzina di Gladys, scelto per compiacerla; Efionayi, come un uomo che non è il padre, ma che le ha dato un cognome.

    vedi scheda editore

 
 

 

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