evento conclusivo

la cultura non isola.
insieme trasforma.

nell’ambito del programma culturale
di Procida capitale italiana della cultura 2022

concerto, performance e installazioni


l’evento conclusivo, l’espressione più intensa del programma culturale

Una versione contemporanea del “Pensatore” di Rodin, una gigantesca figura luminosa alta 12 metri e adagiata nello spazio pubblico alla ricerca di risposte sull’agire dell’uomo moderno in rapporto con il mondo naturale.
E ancora: uno straordinario “eco-spettacolo” che prende forma su un palco alimentato direttamente dal pubblico, in bicicletta, sintetizzando il ruolo attivo, fondamentale, che 2000 cittadini e 500 volontari hanno recitato nel corso dell’anno da Capitale Italiana della Cultura.

Siamo giunti all’evento conclusivo. È l’espressione più intensa della sezione del programma culturale denominata “Procida Impara”, sintetizza infatti le più grandi lezioni apprese in questo lungo anno di sperimentazione e innovazione culturale: in ambito culturale cooperare è meglio che competere; la cultura crea legami e innesca domande

Perché, invece, la capacità di porre domande è tanto importante? La capacità di porre domande fa di noi donne e uomini in grado di comprendere il presente e immaginare il futuro. Sono le domande, infatti, ad aprire nuove strade, a tracciare lo spazio del problema in modo diverso.

La cooperazione, nell’ambito culturale e della conoscenza, non mira solo a trovare una soluzione, ma a vagliare il “possibile”, attivando previsione, intuito e immaginazione. Il senso del possibile riduce l’angoscia sociale dovuta alla precarietà e all’indeterminatezza, ci consegna alla libertà della scelta, alla pratica della responsabilità, ma soprattutto a essere partecipi di ciò che l’avvenire prepara.


15 gennaio

marina grande
dalle ore 17:00

info


tutto ciò che abbiamo imparato insieme a Procida troverà una sintesi straordinaria


L’evento sarà trasmesso in diretta streaming in collaborazione con la Regione Campania e la Fondazione Campania dei Festival


evento open air, ingresso libero. accessibile a persone con necessità eccezionali o con mobilità ridotta
visibile in diretta streaming all’indirizzo:
http://cultura.regione.campania.it/


facciamo insieme
la volata finale

call di partecipazione per animare il “Palco a Pedali”.
Candidature entro il 12 gennaio 2023 ore 23:59


per maggiori informazioni:
ticketing@procida2022.com


programma

 

ore 17.00 — 19.00
via roma, marina grande


Palco a Pedali

eco-spettacolo musicale

In Piazza Marina Grande, il Palco a Pedali, ad esempio, ideato dalla band Têtes de Bois, è il primo eco-spettacolo al mondo alimentato dal pubblico in bicicletta. L’energia elettrica che rende possibile l’esibizione dei musicisti è generata da oltre 100 spettatori volontari, che, con le loro biciclette agganciate a uno speciale cavalletto collegato a una dinamo, pedalano per tutta la durata dello spettacolo. 

La nostra call to action attirerà a Procida ciclisti appassionati da tutt’Italia: l’energia collettiva dei ciclisti dà vita ai processi creativi, come d’altra parte è accaduto durante l’intero anno da Capitale, in cui Procida si è alimentata con l’energia delle sue parti e dell’insieme degli artisti, ricercatori, attivisti e artigiani che l’hanno abitata.

La serata conclusiva, presentata da Ernesto Assante, sarà una festa: ospiterà grandi artisti della scena jazz, come il sassofonista Stefano Di Battista, la rivelazione del 2022 Nicky Nicolai e il duo Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello. Con loro ci saranno anche cantautori nati all’ombra del Vesuvio: Francesco Di Bella, Giovanni Truppi, Giovanni Block, ‘A67 e Sangennarobar.  

 

ore 19.00
piazza marina grande


Amanda Parer

inaugurazione e illuminazione installazioni
a cura di Parer Studio


Procida si tinge di rosa
accensione illuminazione architetturale
a cura di Fondazione Campania dei Festival

ph Parer Studio

Auguste Rodin nel 1880 scolpì il Pensatore. Come è noto, l’artista voleva rappresentare Dante, nell’atto di meditare sulla sua opera. L’opera di Rodin raffigurava il poeta, concentrato e assorto prima della creazione. Nel tempo, la scultura di Rodin è diventata altro: il riferimento a Dante si è perso, il Pensatore è l’uomo pensieroso, l’Uomo che pensa, nudo di fronte al destino. 

L’installazione luminosa di Amanda Parer porta a Procida il cammino ecologico e politico che il Pensatore di Rodin ha compiuto, diventando, innanzitutto, un semplice uomo, Man. Gigante, nudo, ma fuori forma. La riflessione che Man racchiude e al tempo stesso incarna a cospetto del mondo è giunta alle massime dimensioni, alla perdita della perfezione e tuttavia si svolge nella luce totale. Man è l’uomo contemporaneo, risultato degli eccessi, delle esagerazioni della nostra contemporanea società: medita su ciò che è andato storto, dichiara in più occasioni l’artista. L’uomo di fronte ai problemi che ha creato, a Procida, non è solo. È accompagnato da un’altra figura che punta lo sguardo su di lui. Lo osserva, vigila, sorveglia, attende. Non lo sappiamo. L’installazione, però, proprio perché problematica e cosciente dei problemi, rappresenta la capacità dell’arte e della creatività di stare dentro l’errore, di fare dell’analisi e dell’esperienza dell’errore, del fallimento, della caduta un patrimonio collettivo, che può illuminare la strada da percorrere. 

La luce, che qui si esprime privandosi degli inganni della facile bellezza, nell’evento finale della giornata si ripropone in quanto energia, in quanto movimento, in quanto forza di coesione.


L’installazione sarà visitabile anche il
16 gennaio dalle ore 09:00 alle 21:00

 

gli artisti

 
  • Giornalista, critico musicale di Repubblica dal 1978, autore e conduttore televisivo e radiofonico.

    Ha collaborato negli oltre quaranta anni della sua attività con numerosi settimanali e mensili italiani e stranieri, tra i quali Epoca, L’Espresso, Rolling Stone, ha ideato ed è stato responsabile dei supplementi Musica, Computer Valley e Computer, Internet e Altro di Repubblica.

    Ha lavorato come conduttore radiofonico per Italia Radio, Radio Capital, Rai e come autore e conduttore televisivo per le reti Rai e Mediaset.

    È stato direttore di McLink, il primo Internet Provider italiano, ha realizzato e diretto il progetto di Repubblica.it. È stato tra i fondatori e direttore di Kataweb.

    E’ stato direttore di festival e rassegne in tutta Italia, attualmente è direttore artistico del Medimex in Puglia e di Collisioni in Piemonte

    È collaboratore della Treccani per le voci che riguardano la popular music. E’ stato docente di Teorie e Tecnica dei Nuovi Media e di Analisi dei Linguaggi Musicali all’Università La Sapienza di Roma, attualmente insegna Storia della Popular Music al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e Storia della canzone Italiana alla Saint Louis Music School di Roma

    Ha scritto oltre trenta libri, molti dei quali tradotti e pubblicati in Inghilterra, Francia, Germania, Stati Uniti, Olanda, Polonia.

  • L'associazione culturale Têtes de Bois nasce nel 1996 come progetto parallelo dell'omonimo sestetto musicale nato il 15 febbraio del 1992 con un concerto su un vecchio camioncino Fiat 615 NI del 1956, acquistato da un rigattiere e diventato palco ambulante, in Piazza Campo de’ Fiori, sotto la statua di Giordano Bruno e sin dagli esordi impegnato attraverso la musica nel recupero artistico di luoghi impropri (svincoli, scale mobili, sotterranei dei metrò, fabbriche abbandonate, tram, stazioni ferroviarie) in una visione interdisciplinare della comunicazione.

    Negli anni l’associazione, a partire dalla musica, ha esteso il proprio raggio di azione a 360 gradi nel campo culturale, muovendosi tra produzione e realizzazione in prima persona di prodotti artistici (CD, docufilm, libri), ideazioni di progetti e direzioni artistiche di festival ed eventi, formazione e laboratori. Una delle caratteristiche operative dell’associazione è di poter contare su un numeroso organico affiatato di membri e collaboratori che è stabile e invariato da oltre un ventennio.

    Ha ideato nel 1995 concerti sulle biciclette, concerti estemporanei sulle scale mobili e un percorso ideato nelle stazioni metro di Roma, "Una stazione per suonare".

    Nel 1996 e 1997 ha organizzato la settimana di eventi straordinari di "Sotto il Cielo di Roma e Berlino", realizzata con i Comuni di Roma e di Berlino nei tunnel delle metropolitane e nelle stazioni FS,

    Ha ideato i “concerti muti allo zoo” nella vasca delle otarie nel 1999, dove, per non disturbare gli animali, i Têtes de Bois suonavano non amplificati e radiotrasmessi mentre il pubblico ascoltava perfettamente il concerto con cuffie stereo posizionate a bordo vasca.

    Ha diretto dal 1997 al 2019 "Stradarolo", Festival Internazionale di Musica Teatro Danza Arte su Strada dedicato all'arte che si confronta con la strada e che ha avuto circa 20.000 presenze all’anno di pubblico.

    Ha partecipato dal 1998 al progetto europeo Polymachina che coinvolge artisti, strutture e centri di produzione di vari paesi: Francia, Belgio, Olanda e Italia. Un progetto su suoni e sonorità provenienti dalle macchine, dagli ingranaggi, dai percorsi meccanici ed elettronici.

    Ha fatto parte di Tuscania Teatro, Residenza artistica multidisciplinare, della quale ha curato la direzione artistica per quanto riguarda la parte musicale (1998 – 2001).

    Ha ideato e coordinato un evento speciale e suggestivo, "Ferrovia dell'Allume" (edizione 2000 e 2002), notti di performance artistiche lungo il tracciato della ferrovia abbandonata “Orte- Civitavecchia” che incontra vecchi ruderi di stazioni del primo '900. La prima edizione si è svolta all'interno di "Per Antiche Vie" un progetto nazionale curato nel Lazio dal Teatro di Roma mentre l'edizione del 2002 si è concretizzata in un progetto interdisciplinare di spettacoli e letture dal tramonto all'alba

    Il terzo lavoro discografico, “Ferré, l’amore e la rivolta”, nato dall’incontro fruttuoso con un grande amore musicale, conta la vittoria della Targa Tenco come migliori interpreti nel 2002.

    Tra il 2006 e il 2009 ha ideato, prodotto e realizzato il progetto itinerante “Avanti Pop”, progetto artistico e di denuncia che, per due anni e in 20 tappe nella gran parte delle regioni italiane, porta il gruppo sul vecchio camioncino in giro per l’Italia violata e riscattata dei lavoratori. Dal progetto

    scaturisce anche un libro/cd di documentazione “Avanti Pop, i diari del camioncino” e il cd “Avanti Pop” che vale ai Têtes de Bois la seconda vittoria della Targa Tenco nella categoria interpreti e il premio P.I.M.I. per il miglior tour e il Premio Matteo Salvatore.

    Nel 2007 ha lanciato il nuovo progetto “41° parallelo”, che vuole tessere, a partire da un laboratorio stabile e da un territorio situato nella provincia di Roma, una rete culturale a 360° nel pianeta sul filo del 41° parallelo. Al suo interno il festival della bici “Goodbike” che vede il suo completamento nel cd “Goodbike”, edito da Ala Bianca. Dal cd è stato tratto il video “Alfonsina e la bici” con la regia di Agostino Ferrente, che ha visto la straordinaria partecipazione di Margherita Hack. Il video vince il Premio PIVI 2010.

    Nel 2007 ha realizzato sulla Ferrovia Roma-Pantano Borghese il progetto “TRAMiamo”, inserito nell’ambito della Notte Bianca romana.

    Ha ideato e diretto la serata evento “Liberiamo Passannante!” al Teatro Palladium di Roma nel 2007, partecipando, come gruppo musicale Têtes de Bois, alla realizzazione del film “Passannante” di cui firmano anche la colonna sonora.

    Nel febbraio del 2008 organizza la serata evento “Contro le mafie” in collaborazione con Libera! È tra i fondatori del Comitato Apollo 11 per la realizzazione di un cinema/laboratorio nel quartiere

    Esquilino di Roma da cui è nata l’Orchestra multietnica di Piazza Vittorio.

    Nel 2010 pensano e realizzano a L’Aquila a un anno dal terremoto l’evento “Dalla parte delle

    carriole”, che vedrà tra i partecipanti Mario Monicelli.

    Il 2011 è un anno di mobilitazioni nel mondo della cultura e l’associazione sostiene con una serie di concerti dei Têtes de Bois la protesta del Teatro Valle occupato e del Cinema Palazzo (che ospiterà l’anteprima del Palco a Pedali) e aderiscono alla rete aperta Cultura Bene Comune.

    Ma il 2011 è soprattutto l’anno del Palco a Pedali, il primo eco concerto spettacolo al mondo alimentato interamente (audio, luci e video) dall’energia prodotta dal pubblico in bicicletta. Il Palco, debutta prima a Bari e poi a Roma alla fine dell’estate.

    Alla fine del 2011 esce per la casa editrice Infinito “Ci sarà una volta – favole e mamme in ambulatorio”, secondo libro di Andrea Satta incentrato sulla sua esperienza di medico pediatra, che raccoglie un grande successo di critica e un grande consenso nel mondo degli operatori sociali e sanitari.

    Sempre nel 2012 i Têtes de Bois sono a Venezia quali autori delle musiche del film dedicato a Pietro Ingrao “Non mi avete convinto” per la regia di Filippo Vendemmiati nell’ambito delle “Giornate degli autori”. Dopo quell’esibizione dal vivo la direzione di quella sezione del festival gli conferisce l’incarico di realizzare la sigla che caratterizzerà le successive edizioni delle “Giornate degli autori” succedendo così a Ennio Morricone.

    Nel 2015 vincono nuovamente la Targa Tenco con il cd “Extra”, secondo lavoro dedicato a Léo Ferré.

    Nel 2015 prende vita a Mori in Trentino la prima edizione del festival “Ci sarà una volta”, dove mamme di tutto il mondo raccontano la favola che le faceva addormentare da piccole e che vedrà, come naturale evoluzione, l’ideazione, nel 2016, del Festival “Mamma quante storie”, il progetto

    “Ci sarà una volta – Mamme narranti” vincitore del bando “MigrArti” del MIBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo), che ha visto la realizzazione di un mini tour delle mamme narranti a Grusgliasco (TO), Roma e Castellammare di Stabia (NA), la pubblicazione del volume, edito da Treccani, “Mamma quante storie!”, che raccoglie le favole delle mamme, con all’interno un fumetto di Fabio Magnasciutti e tavole realizzate da Sergio Staino e la realizzazione del film “Mamme Narranti” per la regia di Paolo Geremei. Nel 2017 produce lo spettacolo “La fisarmonica verde”, il racconto di Gavino Esse, un reduce del campo di concentramento tedesco di Lengenfeld, la cui storia è narrata attraverso gli occhi del figlio Andrea. Dopo la morte del padre, è lui a ricostruire gli eventi della sua vita, a partire da alcuni oggetti ritrovati: un cappottone, una fisarmonica verde e un documento, firmato dal padre e da altri internati politici. È la denuncia di una vera e propria strage commessa da Joseph Hartmann quando, il 14 aprile 1945, chiuse in una baracca di legno un centinaio di prigionieri per dargli fuoco, sparando a quanti tentarono di scappare dalle fiamme. Dal documento inizia il viaggio di Andrea, che diventerà il viaggio verso le atrocità di questa pagina della nostra storia.

    Ha curato la Direzione Artistica, Tecnica, Organizzativa e Comunicativa di “Eroica Montalcino Festival” nelle edizioni del 2018 e del 2019.

 
  • Ci sono due modi di fare le cose insieme: perseguire due strade parallele che portano alla stessa meta, oppure pedalare all’unisono. Quest’ultima è la scelta che hanno fatto Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello, e il primo album dal titolo Tandem, pubblicato nel 2014, testimoniava questa unione, iniziata sul palco ma che trascende le regole delle classiche collaborazioni. I quasi vent’anni del loro rapporto di fraterna amicizia e l’approccio con la musica totalmente libero dagli schemi hanno accresciuto il loro sodalizio, fino a farli diventare una sola voce. C’è tutta la loro intima essenza artistica in questo duo, un’essenza tangibile e immediata, a testimonianza del fatto che quando i loro strumenti si incrociano a farlo sono anche le loro anime. Quel che emerge nitidamente tra le note è un’intima complicità esecutiva, nonché un rodato interplay capace di sprigionare una notevole energia, tanto nei brani più carichi di brio e groove, quanto nelle ballad. Un viaggio magico, in una miscela di tensioni e distensioni, improvvisazioni magnifiche, lirismo ed energia pura, che catturerà l’ascoltatore in un suono incantevole.

    web Fabrizio Bosso

    web Julian Oliver Mazzariello

  • Nata a Roma, Nicky Nicolai ha amato la musica sin da bambina e si è appassionata al canto nell'infanzia trascorsa nel paese di Nespolo in provincia di Rieti.

    Dopo aver frequentato negli anni '80 i corsi di recitazione tenuti da Beatrice Bracco per l'applicazione del metodo Stanislawski al canto e all'uso del corpo sul palcoscenico, nel 1992 inizia a lo studio accademico del Canto Lirico.

    Sotto la guida di Lucia Vinardi si diploma brillantemente presso il Conservatorio Piccinni di Bari ma nel frattempo la sua frequentazione con la "materia" canto non è soltanto legata allo studio: dal 1996 al 1998 fa infatti parte del cast di due opere musicali, "La Bella e la bestia" e "La Cenerentola".

    Nel 2001 scrive con il sassofonista Stefano Di Battista il brano "Roma…io senza te", colonna sonora di un video voluto dal sindaco Walter Veltroni per promuovere nel mondo l'immagine della capitale: si tratta del primo atto pubblico e di una salda collaborazione artistica e umana culminata nel matrimonio tra i due artisti. Nel 2002 partecipa alla rassegna "Le Signore del jazz" al Teatro dell'Opera di Roma insieme ad Ada Montellanico, Maria Pia De Vito, Barbara Casini, Karin Schmidt, dove interpreta, tra i molti classici, una memorabile versione di "E se domani" dal repertorio di Mina.

    Il 2003 la vede protagonista di un bellissimo omaggio a Joni Mitchell a "Donne in jazz", serie di concerti tenuti nell'Auditorium Aldobrandini di Frascati.

    Nel 2004 l'apprezzatissimo album di debutto, "Tutto passa", con ospiti eccellenti quali Lucio Dalla e Renzo Arbore in veste di crooner, raccoglie un vero e proprio elogio dalla critica e inaugura una straordinaria stagione di concerti e di collaborazioni. Il Nicky Nicolai / Stefano Di Battista Jazz Quartet si esibisce sui più importanti palcoscenici italiani, dal Blue Note di Milano all'Auditorium di Roma, e in estate è con Lucio Dalla nel tour "Dalla in jazz" in Italia e in tutte le numerose date europee. Nel 2005 l'affermazione al "Festival di Sanremo" con "Che mistero è l'amore", porta alla naturale riscoperta di "Tutto passa" che viene prontamente ristampato con il nuovo titolo e in una edizione arricchita, oltre che dalla canzone vincitrice, di tre inediti tra cui una reinterpretazione molto personale ed originale di "Sono stanco" dal repertorio di Bruno Martino. Tutto il 2005 è all'insegna dei numerosi impegni live: praticamente un tour infinito che tocca, oltre ai più importanti teatri italiani, prestigiosi appuntamenti come il IX Festival Internazionale del Jazz di Torino a luglio dello stesso anno. "Lei ha la notte" la porta nuovamente ad essere protagonista sul palco dell'Ariston nell'edizione 2006 del Festival. Il brano precede la pubblicazione del nuovo album,"L'altalena".

    Per "L'altalena" hanno collaborato un vero e proprio stuolo di autori e musicisti, da Stefano Di Battista, anche produttore insieme a Celso Valli e Adriano Pennino, a Nicola Piovani autore di "Doppi Significati" (parole di Pasquale Panella), a Jovanotti, autore del testo de "Il valzer del nostro amore", soave e avvolgente, adagiato sulle note dello stesso Jovanotti e di Giovanni Allevi. "Gli itinerari del cuore" del brasiliano Ivan Lins con le parole di Bruno Lauzi, "Il cuore mio" scritta da Bungaro e "La lingua perduta del cuore" di Mario Venuti e Kaballà. Dopo gli impegni discografici, quelli teatrali. Il 14 marzo 2006 Nicky Nicolai è protagonista nel ruolo della regina Isabella di Castiglia al fianco di Alessandro Preziosi al Teatro Sistina di Roma nella commedia musicale "Datemi tre caravelle" per la regia del premio Oscar Gianni Quaranta e le musiche di Stefano Di Battista. "Datemi tre caravelle" è stato uno degli eventi più importanti della rassegna Taormina Arte 2005. Nel febbraio 2009 il sodalizio umano e artistico di Nicky Nicolai e Stefano Di Battista li porta a presentarsi insieme al "Festival di Sanremo" con il brano "Più Sole", il cui testo è stato scritto da Lorenzo "Jovanotti" Cherubini. Contemporaneamente esce nei negozi su etichetta Emarcy il loro album omonimo, che contiene, oltre al brano sanremese, molte splendide canzoni, tra cui un brano inedito scritto da Ennio Morricone ed un altro il cui testo è una poesia di Alda Merini.

    Stefano Di Battista Stefano Di Battista nasce a Roma il 14 febbraio del '69. Ha iniziato a studiare il sassofono all'età di 13 anni nella banda di un piccolo quartiere, composta principalmente da ragazzini. E' qui che, fino all'età di 16 anni, Stefano ha sperimentato quella che sarebbe diventata una delle qualità essenziali della sua musica: l'allegria. Durante questo periodo ha due incontri decisivi che lo indirizzano verso la sua vocazione: scopre il jazz, innamorandosi del suono "acidulo" di Art Pepper ("...immediatamente volevo suonare in quel modo... fu l'inizio della mia passione") e incontra l'uomo che diventerà il suo mentore, il leggendario alto sassofonista Massimo Urbani ("lui era un mostro, suonava senza conoscere cosa venisse dopo. Istintivamente.").

    La sua strada è ormai segnata: Stefano sarà un musicista jazz. Si iscrive al conservatorio, perfeziona la sua tecnica familiarizzando con la tradizione classica del sassofono (Jacques Ibert, ecc.) conseguendo il diploma con il massimo dei voti all'età di 21 anni. Incomincia poi a suonare in gruppi di vario genere e nel '92 si trova per caso a suonare al Calvi Jazz Festival; è lì che incontra per la prima volta dei musicisti francesi, primo fra tutti Jean-Pierre Como che lo invita a suonare a Parigi. Per Stefano è una rivelazione ("quando sono arrivato in Francia, avevo l'impressione di essere nato lì. In Italia avevo l'impressione di non esistere...").

    Da quel momento in poi, Stefano ha fatto la spola tra Roma e Parigi, moltiplicando le sue audizioni in modo da procacciarsi qualche ingaggio. Infine si procura due concerti al Sunset di Parigi, con un trio formato dal batterista Roberto Gatto e dal contrabbassista francese Michel Benita. Gatto rinuncia e viene rimpiazzato all'ultimo minuto dal batterista Aldo Romano, che viene colpito dallo stile affascinante del sassofonista. In un attimo è nata un'amicizia tra i due.

    La seconda sera Stephane Huchard è alla batteria e invita Laurent Cugny, prossimo a prendere le redini dell'ONJ (Orchestra Nazionale del Jazz). Stefano viene assunto all'istante.

    In due sere da sogno la vita di Di Battista è cambiata. E' il 1994 e la sua carriera decolla a Parigi. Si stabilisce nella città e incomincia la vita sfrenata del musicista. Oltre alla partecipazione al progetto di Aldo Romano dal quale sono scaturite due registrazioni discografiche (Prosodie e Intervista) e la presenza nell'ONJ diretta da Cugny, continua ad incontrare gente, tiene alcuni concerti in trio con Daniel Humair e J.F. Jenny Clark, suona con musicisti americani di passaggio come Jimmy Cobb, Walter Brooker, Nat Adderly, ecc. La carriera di Di Battista è a una svolta. Pilastro dei vari gruppi di Aldo Romano, membro del sestetto di Michel Petrucciani, Stefano incomincia a pensare alla realizzazione di un progetto a suo nome.

    Nel '97 il suo primo album per la Label Bleu, dal titolo "Volare", lo vede al fianco di Flavio Boltro alla tromba, Eric Legnini al piano (il suo pianista di questi ultimi anni), Benjamin Henocq alla batteria e Rosario Bonaccorso al contrabbasso ("la ritmica che ho sempre desiderato"). Nel '98 arriva il suo primo ingaggio per la storica Blue Note, per la quale inciderà l'album "A prima vista", accompagnato dalla stessa formazione di musicisti, che tra le altre cose diventerà il suo gruppo stabile di riferimento.

    Nel luglio 2000, la registrazione di un disco magistrale dove Stefano è affiancato dall'incomparabile presenza di Elvin Jones alla batteria (il leggendario batterista di John Coltrane), Jacky Terrasson al piano e Rosario Bonaccorso al contrabbasso. Questo album, oltre ad avere grandi riconoscimenti da parte della critica internazionale, ha vinto il prestigioso premio francese Telerama, classificandosi al primo posto nelle classifiche europee come disco più venduto.

    Nel febbraio 2009 il sodalizio umano e artistico di Nicky Nicolai e Stefano Di Battista li porta a presentarsi insieme al "Festival di Sanremo" con il brano "Più Sole", il cui testo è stato scritto da Lorenzo "Jovanotti" Cherubini. Contemporaneamente esce nei negozi su etichetta Emarcy il loro album omonimo, che contiene, oltre al brano sanremese, molte splendide canzoni, tra cui un brano inedito scritto da Ennio Morricone ed un altro il cui testo è una poesia di Alda Merini.

    web Stefano Di Battista

    web Nicky Nicolai

 
  • Classe 1981, nato a Napoli, Giovanni Truppi nella sua carriera ha pubblicato cinque dischi, di cui quattro di inediti:C’è un me dentro di me (2009), Il mondo è come te lo metti in testa (2013), GIOVANNI TRUPPI (2015), la raccolta Solopiano (2017) e Poesia e civiltà (2019), indicato tra i migliori dischi dell’anno dai principali media italiani e francesi.Il suo ultimo lavoro è 5(2020), un Ep di cinque tracce che raccoglie collaborazioni con Calcutta, Veronica Lucchesi de La Rappresentante di Lista, Niccolò Fabi e Dario Brunori accompagnato da un libro di storie a fumetti edito da Coconino Press.

    Chitarrista e pianista, in concerto utilizza un pianoforte di sua ideazione ottenuto modificando un piano verticale: uno strumento di dimensioni inferiori allo standard, smontabile, ed elettrificato tramite una serie di pick-up che gli permettono di amplificarlo e trasportarlo facilmente. Truppi è uno dei più autentici parolieri del nostro tempo, capace di affiancare vicende autobiografiche ad analisi filosofiche e sociali, affrontando frontalmente l’alto e il basso, la poesia e la politica, l’amore e il sesso, Dio e gli uomini. Quello che negli anni ha tratteggiatoc on la sua musica è un universo imperfetto e sincero, sfaccettato, capace di scavare a fondo nei sentimenti e di specchiare insicurezze e debolezze tanto intime quanto collettive.Sin dagli esordi ha coltivato una scrittura musicale varia capace di attingere da linguaggi diversi come il jazz, il rock, il punk e la canzone d’autore che, unita a un'inventiva metrica unica e brillante, gli ha fatto riscuotere ottimi consensi di pubblico (complice anche la sua presenza scenica magnetica) e stampa, italiana e anche estera (Le Monde ha lodato il suo ultimo album "Poesia e Civiltà", disco che gli ha fatto vincere il premio PIMI come miglior artista indipendente dell’anno dal MEI“ per la sua capacità di rinnovare la canzone d’autore”). Nel 2021ha anche scritto il suo primo libro, "L'avventura" (La Nave di Teseo). Mercoledì 2 febbraio si esibirà al festival di Sanremo, per la prima volta nella sua carriera, con il brano Tuo padre, mia madre, Lucia.

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  • Francesco Di Bella (Napoli, classe 1972) inizia la sua carriera artistica dando vita nei primi Anni '90 ai 24 Grana, band antesignana dell'alternative rock italiano, di cui è frontman e principale autore. Nel 1996 il gruppo firma un contratto discografico con La Canzonetta Records, e pochi mesi dopo l'album “Loop" sorprende positivamente la critica musicale nazionale per la freschezza con cui è in grado di fondere nuovi stili di musica, come il dub e il trip hop, a testi poetici e dalla forte carica sociale. I 24 Grana sono spesso invitati presso emittenti radiofoniche e televisive, la loro popolarità cresce in tutta la penisola e si trovano a condividere il palco con band del calibro di Afterhours, Verdena e Marlene Kuntz. Le performance di Francesco sono coinvolgenti ed energiche, il gruppo spopola nei club, nei centri sociali, tra festival nazionali e non solo, arrivando a suonare in Francia, Spagna, Slovenia, Inghilterra e Giappone. Francesco Di Bella insieme ai 24 Grana, "'O Cardillo" scrive ed incide 8 album, di cui due ripresi dal vivo. Contemporaneamente coltiva collaborazioni con i principali artisti della sua città come Bisca, 99 Posse, Almamegretta, ed altri italiani come Marina Rei e Riccardo Sinigallia. La sua ricerca artistica “alternativa" si traduce, nel 2014, nel primo album da solista "Ballads Café", un compendio di brani dei suoi anni trascorsi nella band, riletti in una chiave più intimistica e cantautorale, di cui è il testo a farla da protagonista.Nel 2016 l'album "Nuova Gianturco", prodotto da Daniele Sinigallia, lo inserisce a pieno titolo nel novero dei cantautori italiani: le 10 canzoni del disco raccontano la sua città tenendo metaforicamente "le spalle al mare", in un viaggio sonoro dal sapore post-industriale; un album pop, ma dalle persistenti sfumature underground, il cui singolo Tre Nummerielle si aggiudica il Premio Lunezia. Partecipa, nel 2017, insieme a Vasco Brondi, Dario Brunori, Lo Stato Sociale, Andrea Appino e Max Collini, allo spettacolo Epica Ettica Etnica Pathos, ideato e messo in scena dagli ex membri dei CSI. Dal 2016 Francesco promuove laboratori di songwriting rivolti a giovani autori, esperienza che si sublima nel laboratorio cantautorale e di produzione musicale "Impara a nuotare", tenutosi per la prima volta a Roma nel 2017, grazie al lavoro di Filippo Gatti, Riccardo Sinigallia, Francesco Motta e Francesco Bianconi. A fine 2018 esce il suo nuovo disco d'inediti, "'O Diavolo" a cui fa seguito un lungo tour. Il 5 Giugno 2020 esce in digitale un nuovo singolo scritto a quattro mani con il cantante dei Foja, Dario Sansone "Uno vicino a n'ato". Per fine 2020 è prevista la pubblicazione di un best of in vinile (arricchito da un inedito in duetto con Clementino) dei 24 Grana a cui seguirà un breve tour nei club a dicembre. Durante l'estate 2020 continua a portare in giro la sua musica con il progetto "Ballads", in acustico, affiancato da Alfonso Bruno (alla chitarra). A metà aprile 2021 è uscito il suo nuovo singolo ‘Coramare’, una canzone che parla della condizione interiore di chi sopravvive ad un’esperienza drammatica, in cui la voce di Francesco Di Bella è accompagnata dalla tromba di Fabrizio Bosso.

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  • Laureato in Composizione e in Musica applicata ai contesti Multimediali al conservatorio di Napoli, lavora da sempre tra la musica e teatro prima. Dopo molti premi nazionali ricevuti (Premio Alex baroni, Targa Bigi Barbieri, premio Fabrizio De Andrè, premio Lucio Battisti, Premio Sisme SIAE 2007, Premio Are Festival, Premio Argo Jazz ed altri) Nel novembre del 2008 Il Club Tenco Sanremo (di cui diverrà poi socio onorario) lo consacra alla critica consegnandogli la Targa Tenco come Migliore autore emergente e nel giugno 2009 vince il primo premio assoluto al Festival MUSICULTURA, ricevendo inoltre un premio speciale dall’Università delle Marche per il miglior Testo. Nel 2010 è il vincitore a Torino della prima edizione del Premio Fred Buscaglione,

    La sua storia è ricca di riconoscimenti e collaborazioni con artisti del mondo musicale e teatrale ed intellettuale Italiano tra cui, Mauro Calise, Sergio Cammariere, Fabrizio Bosso, Arnoldo Foà, Lello Arena, Luciano Melchionna, (Dignità Autonome Di prostituzione) Cosimo Damiano Damato e molti altri.

    Il suo primo disco “Un Posto Ideale” è Premio Lunezia al Valore letterario per il miglior album esordiente e secondo classificato alla Targa Tenco 2012 come miglior disco dell’anno.

    Il suo tour teatrale 2012 “Vadino Signori Vadino” ha ottenuto enorme consenso di pubblico e critica.

    È inserito nei 100 nomi dell’anno 2011 de “La Repubblica” dal Giornalista Gianni Mura che scrive così “Block Giovanni (Cantautore) – Il suo primo cd, Un posto ideale, gli vale un 7,5. “Ha dei numeri” si diceva al Club Tenco dove esordì ventenne e questo flautista napoletano continua ad averli.”

    Nel 2014 riceve il Premio Sele Doro per il mezzogiorno nella sezione dedicata alla musica e alla poesia.

    Nel 2016, produce artisticamente e arrangia il suo primo lavoro in lingua Napoletana “SPOT”, che riceve due candidature per le Targhe Tenco (Migliore Album in Dialetto e Migliore canzone.) e Premio “Mia Martini”. Attualmente è il direttore artistico dell’Ugo Calise Festival (Festival Molisano per la giovane canzone d’autore) ed è ideatore e Direttore Artistico del Be Quiet presso il Teatro Bellini di Napoli, laboratorio permanente di scambio e di idee nel mondo della canzone d’autore e non solo.

    Nel 2017 la sua canzone Preghiera Riceve il Premio alla Poesia Salvatore Quasimodo 2018. Nel 2018 il suo “Finto Talent” Satirico “BeQuiet Talent Show”(L’unico Talent che ti rende meno famoso di Prima) va in onda su Rai 2, dopo essere stato registrato il 4 maggio al Teatro Bellini di Napoli.

    Nel 2019 riceve con Sandro Ruotolo e Patrizio Oliva il Premio Vesuvio D’oro alle Eccellenze Napoletane,

    Nel 2020 inizia le Prove in qualità di interprete di “Le Metamorfosi di Nanni” (testo di Barbara Napolitano tratto dall’omonimo libro), che andrà in scena con Lello Arena e di cui cura anche le musiche che diverranno un lavoro discografico pubblicato nell’estate del 2021 in concomitanza del debutto a Salerno per il Campania Teatro Festival.

    Dal 2021 è invitato a dirigere il Coro ed Ensemble del Liceo Classico Vittorio Emanuele. Nel 2022 firma la sua prima SoundTrack per il DocuFilm dedicato a Massimo Troisi “Il Mio amico Massimo” della Lucky Red e lo stesso anno firma un contratto con la storica casa discografica “La Canzonetta Record”. Attualmente vive di musica, lavora al suo nuovo disco e a tanti altri progetti.

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  • “'A67 significa la 167, la legge che ha originato l’edilizia popolare d’Italia e ha edificato il nostro quartiere, Scampia. Siamo nati qui. La nostra musica - chiamatela Rock, Crossover o come vi pare – è stata prima un urlo di rabbia contro tutti, poi l’urlo è diventato parola. Le parole, canzoni”.

    Il disco d'esordio "'A camorra song'io" (Polosud, 2005) è stato ben accolto dalla stampa specializzata, seguito dai media italiani ed esteri. In quell’anno il regista, Antonio Capuano sceglie il brano, ‘A67 per la colonna sonora del film: “La guerra di Mario”. Tra i premi: vincitori del "Premio Siae per Demo" 2004 e di "Voci per la Libertà - Una canzone per Amnesty" 2006.

    Gli 'A67, nel 2006, sono in giro con lo spettacolo tra musica e teatro "ALIEN'AZIONE"; nel 2007 con il progetto scolastico di educazione alla legalità, "Voglie parlà!". Nello stesso anno la band rappresenta l'Italia alla "Feira da Música de Fortaleza" nel Nordest del Brasile. Nel 2008 il secondo disco "Suburb" (Polosud/Edel Italia), un concept-album dedicato alle periferie del mondo. Un sound potente e ricco di collaborazioni italiane tra cui Mauro Pagani, Zulù e Roberto Saviano e rockband internazionali (India, Brasile, Marsiglia e Istanbul). "Hot Artist della settimana" per Mtv.it, il disco si classifica al terzo posto al Premio Tenco 2008 come "Miglior Album in Dialetto". A fine 2008 l'esordio al festival "Politicamente Scorretto" di Carlo Lucarelli con il nuovo spettacolo "Generazione Suburbe" scritto assieme a Giancarlo De Cataldo. Nel 2009 pubblicano il singolo-videoclip "Io non mi sento italiano", cover di Giorgio Gaber, a sostegno delle cooperative di Libera Terra.

    Nel 2010 esce "Scampia Trip" (Libro + cd). Un progetto multimediale per raccontare il proprio quartiere. Nel 2011 suonano al "Festival Musicando" della Libera Università di Alcatraz dove improvvisano sul palco con il premio nobel Dario Fo. Nello stesso anno realizzano con Edoardo Bennato il brano "Accussì va 'o munno", colonna sonora del film "L'era legale" di Enrico Caria e primo singolo del terzo album della band: "Naples Power" (Free-d Music/Universal, 2012). Un disco (con in allegato un libro) omaggio al Neapolitan Power in cui gli 'A67 collaborano con i maggiori artisti napoletani (Edoardo Bennato, J. Senese, T. De Piscopo, T. De Sio, Raiz, Planet Funk, 99 Posse, ecc.) e scrittori come: R. Saviano, Valeria Parrella, Carlo Lucarelli, Pino Aprile, ecc. La copertina di "Naples Power" è del M° Mimmo Paladino. Il disco accolto in modo entusiasta dalla critica e dal pubblico, porta la band a calcare i palchi più importanti d’Italia dal concertone del primo maggio a Roma, allo storico “Arezzo Wave Festival”, passando per il Teatro Valle Occupato sino ad arrivare al “Tarantella Festival” a Liegi (Belgio). Il tour di Naples Power si chiude nel 2014 con l'invito di Pino Daniele a partecipare al mega evento di “Napule è tutta n'ata storia”: 5 concerti al Palapartenope di Napoli insieme agli artisti che hanno fatto grande il Naples Power. A febbraio 2018 esce il singolo, Il Male Minore feat. Caparezza, seguito dalla cover in napoletano di, Tuyo, sigla della fortunata serie Netflix, Narcos. Nel 2020, un attimo prima del lockdown, esce Naples calling (Full Heads), con ospiti Caparezza e Frankie hi-nrg mc. La pausa forzata dovuta al covid19 riporta gli ‘A67 in studio per un nuovo progetto; Jastemma (Squi[libri] editore, 2022). Un album dal forte sapore blues. Le 10 canzoni del disco sono state affidate a 15 scrittori che, lasciandosi ispirare, hanno scritto racconti e poesie per una vera e propria antologia, in allegato, al cd. Dalle canzoni sono nate storie, versi e personaggi che vi accompagneranno in questa “bestemmia d’amore”. La prefazione di Stefano de Matteis e gli scritti di Viola Ardone, Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Giuseppe Catozzella, Marco Ciriello, Amleto De Silva, Luca Delgado, Gennaro Della Volpe (Raiz), Raffaella R. Ferré, Nicola Lagioia, Loredana Lipperini, Carmen Pellegrino, Angelo Petrella, Alberto Rollo e Gianni Solla. I musicisti: Luca Aquino, Massimo D’Ambra, Daniele Sepe ed Elisabetta Serio. La copertina è stata realizzata da Mimmo Paladino. L’album vince la targa Tenco 2022 come miglior album in dialetto.

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  • I dj set Sangennarobar portano sulla pista la musica di molte tribù: antiche ed isolate

    nel tempo, dalle tradizioni popolari intatte; tecnologiche e digitali delle realtà urbane

    moderne; contaminate dai loro spostamenti o dalla vicinanza con altre tribù. Dalle

    stesse casse fanno il loro ingresso indiani col sitar, percussionisti africani, argentini

    con il kahon, ballerine di tango, tarantella, danzatrici del ventre, cantanti bulgare e

    violinisti nomadi. Si alternano e si mischiano in una danza semplice ed istintiva. I “devoti” di Sangennarobar sono altrettanto colorati. C‘è il turista straniero di passaggio che riconosce una musica tradizionale del suo paese e si mette a ballare, i gruppi di amanti della taranta e dei balli sul tamburo che danzano in cerchio, gli appassionati della cultura e del sound nero, musicisti sperimentatori amanti degli incroci tra i suoni e tutti i curiosi della musica wordlbeat.

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  • Amanda Parer, la principale creativa e fondatrice di Parer Studio, è un'artista australiana che ha iniziato la sua carriera artistica come pittrice e scultrice a Sydney, ma ora risiede in Tasmania. Parer concentra la sua pratica sulla creazione di installazioni artistiche illuminate su larga scala e sull'esposizione in tutto il mondo.

    I temi del lavoro di Parer sono stati ispirati da un viaggio alle Isole Galapagos che accompagnava i suoi cineasti di storia naturale zia e zio; Liz Parer-Cook e David Parer a metà degli anni '90. Fu lì che sperimentò gli animali non abituati agli umani come qualsiasi tipo di minaccia. Avere questa esperienza ravvicinata con la fauna marina e terrestre unica ha avuto un grande impatto su Parer e da quel momento in poi ha dato il tono ai temi delle sue opere d'arte.

    Amanda Parer è passata per la prima volta all'installazione artistica nel 2014 e finora ha esposto in quasi 300 città in tutto il mondo, apprezzate da milioni di persone e dove continuano a catturare l'attenzione del pubblico e dei media ovunque vadano.

 

evento conclusivo

a cura di
Procida Capitale della Cultura 2022

streaming di
Fondazione Campania Festival

 
 
 

 

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